Sterlina, rischio Brexit rallenta la propria incidenza

Ieri il numero 1 della BoE, Carney, ha tenuto un’audizione nella quale ha osservato che l’appartenenza all’Unione Europea può aumentare il dinamismo economico del Regno Unito e che un’Unione monetaria economica più solida è nell’interesse del Regno Unito. Uno slogan in favore della permanenza del Regno Unito nell’UE, che si è poi aggiunto alla dichiarazione del governatore che un tale evento colpirebbe la fiducia, gli investimenti, l’industria finanziaria di Londra e la sterlina, la cui volatilità infatti è aumentata ultimamente.

In aggiunta a ciò, Carney ha poi precisato che tali considerazioni non rappresentano delle raccomandazioni di voto (anche se non potranno che influenzare l’opinione pubblica) e ha poi aggiunto che la BoE non può fornire una view sulle implicazioni di un’eventuale uscita del Regno Unito dall’UE, pur ammettendo, poi, che il rischio di un’uscita pone rischi per la stabilità finanziaria.

Sul fronte più prettamente monetario, Imi ricordava che Weale (BoE) ha inoltre dichiarato che la prossima mossa sui tassi sarà probabilmente un rialzo, aggiungendo tuttavia che se necessario la BoE avrebbe ancora spazio per tagliare i tassi e aumentare il quantitative easing, senza bisogno di ricorrere a tassi negativi. Per quanto concerne gli sviluppi più recenti, il membro BoE ha poi affermato che i mercati hanno sovra-reagito alle notizie globali negative di inizio anno, ma che ora la situazione sembra stia migliorando, aggiungendo poi che la crescita dei salari potrebbe essere più forte di quanto i dati lascino vedere e che l’inflazione a zero non sembra averne compromesso il sentiero di risalita.

In sintesi, il referendum del 23 giugno ha ancora un esito incerto: se dovesse concludersi in senso favorevole per il mantenimento del Regno Unito all’interno dell’UE, l’attenzione tornerà a spostasti sul timing della svolta BoE sui tassi e all’avvicinarsi di questa la sterlina dovrebbe rafforzarsi contro l’euro.

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