Eurozona, ripresa solida ma meno che prima della crisi

La ripresa economica dell’area euro continua con buona costanza. Certo, non parliamo di una tendenza contraddistinta da una velocità rapidissima, ma comunque appare essere stabile la ripresa della produttività dell’eurozona.

Le statistiche dell’Eurostat ci dicono d’altronde che dalla fine dell’ultima recessione, nel 2013, l’area euro ha visto il proprio PIL aumentare in media dello 0,4 per cento trimestrale, con una leggerissima tendenza all’accelerazione negli ultimi tempi. Si tratta di una tendenza che è un po’ inferiore allo 0,5 per cento trimestrale medio registrato dagli Usa, ma comunque in grado di confermare che stiamo attraversando una crescita graduale e sana, poiché in buona parte generata dalla domanda interna, ovvero dai consumi, che hanno contribuito nel periodo per 0,21 punti allo 0,4 per cento medio ma anche dagli investimenti, che hanno contribuito per 0,13 punti. E le esportazioni? Anch’esse sembrano essere state solide, con la loro ripresa che è iniziata in una fase di apprezzamento del cambio effettivo.

Per quanto concerne il futuro, difficile pensare che la tendenza di questa ripresa possa interrompersi presto. I dati definitivi sugli indici Pmi-Markit di agosto ribadiscono come il trend prosegua senza intoppi, tanto che l’indicatore ha raggiunto quota 57,4 punti senza problemi derivanti dall’apprezzamento dell’euro.

Certo è che la crescita economica dell’area euro sembra essere ben inferiore rispetto a quella che la stessa macrozona aveva avuto modo di sperimentare prima dell’inizio della grave crisi economico finanziaria. Tuttavia, è già un buon segnale, in questo contesto delicato, poter riscontare un discreto e costante trend di sviluppo che permetterà anche nel prossimo futuro all’area euro di poter rafforzare i propri elementi statistici fondamentali, nella speranza di potersi lasciare definitivamente alle spalle il lungo decennio di difficoltà economiche e finanziarie che la zona della valuta unica ha dovuto attraversare.

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